Kevin John Edusei è un direttore tedesco poco noto nel nostro paese, essendo cresciuto, dopo la vittoria del primo premio al concorso Mitropoulos nel 2008, ai margini dei giri più prestigiosi. Da poco nominato direttore principale dei Münchner Symphoniker, compagine non di primissimo livello ma solida ed affidabile, Edusei giungeva al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, accanto alla violinista Arabella Steinbacher, per il terzo appuntamento della stagione di musica e balletto. Ciò che davvero colpisce di Edusei è l'eleganza del gesto, ampio e leggero, che traduce in suono una spiccata sensibilità musicale; ci piacerebbe avere occasione di ascoltarlo presto alla guida di un'orchestra dai mezzi più raffinati.
Apriva il concerto l'Ouverture Das Märchen von der schönen Melusine, lavoro tra i più celebri ed influenti di Felix Mendelssohn. Kevin John Edusei conduceva i Münchner Symphoniker con nerbo e buon passo, prestando attenzione agli equilibri ed alla morbidezza del suono. L'orchestra rispondeva con compattezza, benché non immune da imprecisioni, soprattutto tra gli ottoni.
Nella Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61 di Robert Schumann, pregi e difetti dell'orchestra risultavano ancora più evidenti: accanto all'affiatamento ed alla piacevolezza dell'amalgama, merito soprattutto di archi complessivamente convincenti, emergeva la timidezza di legni ed ottoni, spesso imprecisi o poco incisivi. I limiti dell'orchestra erano tuttavia arginati dalla concertazione pulita e tesa di Edusei, capace di valorizzare la scrittura contrappuntistica della sinfonia attraverso l'esaltazione del dialogo tra le sezioni strumentali. Pur nella limitatezza della tavolozza timbrica, il direttore lavorava accuratamente sulle sfumature dinamiche e sul bilanciamento delle voci orchestrali. Nella perfettibilità del quadro generale,in particolare degli interventi solistici, Edusei sapeva ricavare fraseggi interessanti e pregevoli soluzioni interpretative ma soprattutto risolvere la sinfonia con un buon ritmo, riducendo i cali di tensione a pochi momenti, per lo più nell'adagio espressivo.
Protagonista e trionfatrice del concerto è stata tuttavia la violinista Arabella Steinbacher, giovane musicista bavarese già nota sulla scena internazionale, chiamata ad affrontare il famosissimo Concerto per violino e orchestra in mi minore op. 64 di Felix Mendelssohn. Al di là del virtuosismo e dell'inappuntabile bagaglio tecnico della musicista, caratteristiche ormai imprescindibili per affrontare la carriera da solista, Arabella Steinbacher colpiva soprattutto per il calore e la rotondità del suono. La violinista sapeva reggere con medesima morbidezza e pulizia le frasi legate ed elegiache dell'andante come i passaggi vorticosi della cadenza finale, il tutto senza scadere in ammiccamenti o calligrafismi ma nemmeno in un arido esercizio di perfezione tecnica. Edusei la sosteneva con gusto, assecondando scelte agogiche e dinamiche della solista e rispettandone la centralità.
Accoglienza entusiastica del pubblico in sala per direttore e per la violinista Arabella Steinbacher, salutata da lunghe ovazioni al termine della propria esibizione.
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