9 ottobre 2019

Da Berlino a Porto Cervo

Cosa differenzia un quintetto per così dire canonico da uno che è emanazione di una grande orchestra come i Berliner Philharmoniker? Semplice, il respiro sinfonico. Prendiamo ad esempio i Virtuosi dei Berliner, ospiti della serata conclusiva del Classical Music Festival della Costa Smeralda: hanno il lindore cristallino dei quintetti di battesimo, è ovvio che sia così, d'altronde pescando cinque professori in quella che forse è ancora l'orchestra più prestigiosa al mondo non potrebbe essere altrimenti, ma non solo. Lo smalto timbrico, la pasta e l'arte nello sbalzare le dinamiche dal piano al fortissimo più veemente sono quelli della grande orchestra. Riescono insomma a ingigantire il suono, ad inspessirne la consistenza fino a moltiplicare se stessi.

Resta da dire cosa sia il Classical Music Festival della Costa Smeralda, il cui nome probabilmente suona ancora sconosciuto anche agli appassionati più attenti. Ebbene è una giovane rassegna che cavalca l’onda lunga dell'estate di Porto Cervo, con il doppio proposito di dilatare oltre l'ingresso dell'autunno l’attrattiva del mare sardo per i turisti, che ad oggi sono ancora, va detto, i più classici turisti smeraldini, e di farlo innestando in un terreno vergine la grande musica.
D'altronde al 29 settembre, data conclusiva della rassegna, Porto Cervo registra ancora temperature agostane, sole garbatamente avvolgente e una foresteria sgravata dal carico di vacanzieri e vippame assortito. C’è più tempo per viversi la Sardegna con il giusto relax e, magari, anche il desiderio di concedersi un lusso diverso dai soliti: un concerto.
Basti citare alcuni dei nomi che nel cartellone della terza edizione del festival hanno preceduto I Virtuosi dei Berliner: Ivo Pogorelich, Roman Kim, Enrico Dindo, Ivan Krpan, Pietro De Maria, Massimo Quarta e molti altri.

Il Classical Music Festival nasce quasi per celia nel 2017, o quantomeno per vedere l'effetto che fa: "Il primo anno è stato un esperimento, una scommessa" spiega il direttore artistico Guglielmo De Stasio "ma è andata bene. Così un po' alla volta siano cresciuti: l'anno scorso abbiamo avuto tra gli ospiti Martha Argerich, quest'anno il panel è stato ancora più ampio".
Certo il pubblico è ancora tutto da fidelizzare, anzi, da creare, andandolo a scovare in giro per il continente, perché il turista smeraldino medio non è esattamente quello che si muove per ascoltare un quintetto di Dvořák. Eppure ne varrebbe la pena, perché i Virtuosi berlinesi sanno rendergli giustizia, sostanziandone il carattere lirico e la cantabilità tzigana, la compattezza della scrittura e, manco a dirlo, assecondandone ogni esigenza tecnica, nonostante il calore e l'umidità della sala siano nemici agguerriti dell'intonazione anche degli archi più nobili, che ogni tanto scivola via.

Tuttavia se la cavano benissimo anche in altri angoli del repertorio. Il Mozart del Divertimento No.3 KV 138 è il giusto bilanciato tra libertà delle linee e tensione nella pulsazione ritmica, l’omaggio a Ellington di Paul Chihara ben swingato senza troppi ammiccamenti.
La selezione dalle Danze ungheresi di Brahms (6, 4 e 5) non nasconde insidie per chi, oltre che in formazione da camera, le avrà suonate più e più volte anche sotto al tetto della Philharmonie.

Intanto si fanno i nomi di alcuni degli ospiti della quarta edizione: Ivo Pogorelich, Enrico Dindo, Pietro De Maria, Pinchas Zukerman e Amanda Forsyth. Date ancora da definire ma si orbiterà sempre intorno alla seconda metà di settembre.

Un modo migliore per illudersi che l'estate duri in po' di più.

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