2 agosto 2017

Sinfonica in piazza? A Spilimbergo si può

In estate per i giovani musicisti fioccano le opportunità, tra corsi, masterclass, ensemble giovanili, campi scuola e chi più ne ha più ne metta. Opportunità che spesso si rivelano un vantaggio indiretto per il pubblico, che vede l’offerta musicale aumentare vertiginosamente, per di più in un periodo in cui i teatri sono chiusi per ferie.


Guardando solamente al Friuli occidentale si scopre che nell’arco di poche settimane si susseguono i corsi di perfezionamento dell’Istituto Fano, la settimana di lavoro dell’Alma Mahler Kammerorchester a Villa Manin e la residenza estiva della Gustav Mahler Jugendorchester al Verdi di Pordenone. Il tutto si traduce in una serie di concerti e appuntamenti, quasi sempre gratuiti e non di rado di buona qualità.

È il caso appunto del progetto portato avanti dall’Istituto Musicale Guido Alberto Fano che, ormai da diversi anni, organizza un’Accademia di corsi internazionali di perfezionamento che culminano in un doppio concerto: una prima serata veneziana (quest’anno al Malibran), una replica a Spilimbergo, in piazza. Ciò è reso possibile dalla collaborazione con il Teatro La Fenice che “presta” molti professori d’orchestra in veste di docenti prima, di concertisti poi.

Al di là della crescita artistica individuale cui mirano le iniziative di questo tipo, il risultato più sbalorditivo è l’assemblaggio, nell’arco di pochi giorni, di un’orchestra sinfonica vera e propria, composta per lo più da ragazzi che sono spesso digiuni di esperienza nella musica d’insieme (vedere quel violoncellista biondino, che avrà sì e no dieci anni, accanto alla prima parte dell’Orchestra della Fenice è una cosa che riempie il cuore).

Si aggiunga poi che alla prova del palco questa compagine – anzi, sarebbe più corretto parlare di due compagini: l’Orchestra a fiati Alpe Adria, il cui nome suggerisce la composizione prevalente, e l’Orchestra Sinfonica La Macia, rimpolpata negli archi - regge con una qualità e una sicurezza da professionisti.

Merito degli insegnanti che hanno preparato i musicisti, e che accanto a loro si sono seduti a suonare, e merito del maestro José Rafael Pascual Vilaplana, che concerta con scrupolosità e pragmatismo ma senza rinunciare a “fare musica”. Insomma non c’è niente di scolastico o ingessato nella prova dei ragazzi, tutt’altro, e se qua e là si percepisce qualche piccola esitazione, a onor del vero assai poche, la compattezza e la quadratura dell’insieme sono quelle che ci si aspetta da un’orchestra “vera”.

Le Evocazioni di Paul Huber e le Metamorfosi Sinfoniche su temi dalla Terza sinfonia di Saint-Saëns di Philip Sparke, affidate all’orchestra a fiati, aprono il concerto con la giusta baldanza e ci mettono poco a silenziare il vociare dei bar di Piazza Garibaldi. Suono pieno e scintillante, precisione e pulizia, esattezza ritmica, c’è tutto quel che serve.

I brani tratti dalla Bella Addormentata di Čajkovskij, che danno il via alla prova dell’Orchestra Sinfonica, tradiscono un filo di emozione nell’Introduzione ma proseguono in crescendo, tuttavia ciò che colpisce e conquista maggiormente è l’ottimo Bolero di Ravel che segue. Vilaplana lo stacca rapido, ma senza mai perdere un gusto molto “francese” per le nuances dinamiche e la leggerezza; la qualità dei musicisti impegnati come prime parti e del rullante – vera e propria spina dorsale del lavoro – fa il resto.

Non è facile il Bolero, che esige una solidità strutturale, ritmica e musicale, dell’orchestra e una spiccata sensibilità negli interventi solistici, eppure all’Orchestra La Macia riesce benissimo. Il pubblico se ne accorge e chiede il bis. Successo pieno.


Nessun commento:

Posta un commento